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La popolazione è costituita da Tagiki (62,3%), Uzbeki (23,5%), Russi (7,6%) e Kirghizi (1,3%). Lingua ufficiale è il tagiko, sebbene sia diffuso il russo. La religione prevalente è la musulmana sunnita. Già Repubblica federata nell'ambito dell'URSS, il Tagikistan è una Repubblica presidenziale. Il presidente della Repubblica è eletto a suffragio diretto per 5 anni, al pari dei 181 membri della Suprema assemblea. L'unità monetaria è il rublo tagiko. La capitale è Dusanbe (582.000 ab.). IL TERRITORIORegione prevalentemente montuosa, il Tagikistan è attraversato dalle catene del Pamir e dell'Alai, con cime superiori ai 7.000 m e ghiacciai.Il territorio è interessato marginalmente dai fiumi Amudarja (che segna il confine con l'Afghanistan) e Syrdarja. Nella zona orientale si trovano alcuni tra i ghiacciai più estesi del pianeta, mentre le regioni occidentali sono costituite da vallate alluvionali interrotte, verso Nord, dal confine con l'Uzbekistan. Il clima è di tipo continentale con rilevanti escursioni stagionali e precipitazioni abbondanti in corrispondenza dei rilievi, scarse nel resto del Paese. Guadagnare navigando! Acquisti prodotti e servizi. Guadagnare acquistando online. L'ECONOMIAL'agricoltura, attuata per mezzo di grandiose opere di irrigazione costruite a partire dagli anni Sessanta, costituisce ancora una voce di notevole importanza per l'economia del Tagikistan (cotone, cereali, frutta).Anche l'allevamento (baco da seta, ovini, caprini, yak e cammelli) risulta alquanto sviluppato. Il sottosuolo è ricco di risorse minerarie poco sfruttate (oro, piombo, stagno, carbone, zinco, petrolio, sale). L'industria richiama una percentuale bassa di popolazione nei centri urbani ed è limitata a impianti siderurgici, metallurgici, fabbriche tessili e cementifici. Notevole è il potenziale idroelettrico del Tagikistan. Nel 1993 è stato introdotto un piano di ricostruzione economica, sostenuto finanziariamente dalla Russia, dall'Uzbekistan e dal Kazakistan. Le comunicazioni, rese difficoltose dalla morfologia del territorio, sono assicurate soprattutto dai collegamenti aerei. Meno sviluppati risultano il traffico ferroviario e quello stradale. CENNI STORICINell'attuale territorio del Tagikistan si formarono verso la meta del primo millennio a.C. i primi nuclei sedentari delle future civiltà dell'Asia centrale e della Siberia meridionale.Nel VI secolo a.C. i suoi territori furono annessi all'Impero persiano. Lo smembramento dell'Impero nel III secolo a.C. lasciò il posto allo stato greco-battriano e al Regno di Kushan, che in seguito caddero sotto la spinta delle tribù delle steppe. Nel VII sec. a.C. il Tagikistan insieme ad altre regioni dell'Asia centrale cadde sotto il califfato arabo. Dopo lo smembramento di quest'ultimo, fu annesso al Regno dei Tahiridi e Samanidi. Tra l'XI e il X sec. a.C., il popolo tagiko acquisì la sua identità etnica. Dal X secolo fino al XIX sec. d.C. il territorio conobbe diverse dominazioni, da quello tataro-mongolico di Gengis Kahn, per passare sotto la dinastia uzbeka, fino ad essere diviso in piccoli feudi sottomessi al dominio dei kahn del Regno di Bukhara. Tra il 1860 e il 1875 l'Impero russo conquistò l'Asia centrale e la parte settentrionale del Tagikistan fu annessa alla Russia. Il resto del territorio divenne l'Emirato di Buhara, localizzato nella zona meridionale. L'oppressione della burocrazia russa e dei signori feudatari locali provocò una serie di rivolte, la più importante delle quali, capeggiata da Vose, fu nel 1885. Dopo il trionfo della rivoluzione bolscevica, nell'ottobre 1917, nel Tagikistan del Nord si instaurò il potere sovietico. Nell'aprile dell'anno successivo questo territorio fu annesso alla Repubblica socialista sovietica autonoma del Turkestan. Gran parte dei tagiki restò sotto il controllo dell'emirato di Bukhara che rimase in vita fino al 1921. Nel 1922 su tutto il territorio del Tagikistan fu instaurato il potere sovietico. Nel 1924 fu fondata la Repubblica socialista sovietica dell'Uzbekistan, alla quale fu annessa quella del Tagikistan. Nel gennaio 1925 fu istituita la regione autonoma di Gorno-Badahsan sulle montagne del Pamir e infine nel 1929 il Tagikistan si costituì in Repubblica federata all'URSS. Prima e dopo la seconda guerra mondiale il regime sovietico sviluppò nel Paese un programma di grandi opere, in particolare un sistema di canalizzazione e cisterne per l'acqua in comune con la vicina Repubblica dell'Uzbekistan. Fu comunque, in particolare negli anni Settanta-Ottanta una delle Repubbliche più povere dell'URSS, con un alto tasso di disoccupazione specialmente tra i giovani. Dal 1985 in poi i cambiamenti promossi dal presidente Gorbaciov fecero scoppiare delle tensioni che sfociarono in violenti incidenti come quelli nel febbraio del 1990 nella capitale, con un bilancio di trenta morti e decine di feriti. Il Governo decretò allora lo stato di emergenza e lo mantenne fino alle elezioni del nuovo soviet supremo alle quali il Partito comunista ottenne il 90% dei seggi. L'opposizione attribuì la vittoria ad una azione del KGB finalizzata a destabilizzare le riforme di Gorbaciov e reprimere le correnti nazionaliste. Islamici e democratici chiesero lo scioglimento del soviet in quanto eletto in condizione anomale. La situazione di crisi portò ad un esodo di tecnici russi ed ucraini che provocò la chiusura di molti ospedali, scuole e fabbriche, aggravando notevolmente i problemi sociali del Paese. Alla fine di agosto dello stesso anno il Parlamento tolse la fiducia al presidente Majkamov e al suo posto venne eletto Kadridin Aslonov. Questi rimase in carica per un tempo brevissimo, visto che la sua decisione di mettere fuorilegge il Partito comunista del Tagikistan dopo il fallito golpe a Gorbaciov, non piacque ed egli fu costretto a dimettersi per lasciare il posto a Rajmon Nabiev. La prima azione fu quella di dichiarare lo stato di emergenza e illegale il Partito della rinascita islamica. Il Partito della rinascita islamica (PRI) proponeva uno Stato in cui venisse rispettata la libertà politica e religiosa, e rivendicava l'applicazione della sharia, la legge islamica. Con la mediazione di Mosca alla fine del 1991 si tornò a votare, ma Nabiev risultò comunque vincitore con il 58% dei voti contro il 38% del candidato appoggiato da islamici e democratici. Il Paese entrò in quei giorni a far parte del CSI. Nella regione autonoma Gorno-Dabahsan nell'alto Palmir fu intanto reclamato il regime di Repubblica autonoma. In questo territorio la maggioranza della popolazione praticava il culto musulmano sciita, come nel vicino Afghanistan. Nel 1992 nonostante tamponature governative, sfociò anche fuori dalla capitale una guerra civile di grandi dimensioni. Nabiev fu costretto a dimettersi, ma le forze filocomuniste non si arresero sferrando una vasta offensiva che culminò con la creazione di un nuovo Governo controllato dal fronte Popolare e con la conquista della capitale. Più di trecentomila persone fuggirono in Afghanistan e nelle altre Repubbliche del CSI. Le persecuzioni e i massacri cominciarono a diminuire solo nel 1993. Il Governo russo di Borin Eltsin fu il primo a riconoscere il nuovo regime guidato da Imomali Rakhmonov, uomo visto come adatto a contenere gli islamici. Ma i combattimenti ripresero, con bombardamenti dall'Afghanistan e controffensive da parte russa. Nel 1994 rappresentanti del Governo e dell'opposizione islamica e liberale si riunirono a Mosca: Rakhmonov propose un progetto per una nuova Costituzione, approvata per via referendaria. Il presidente uscente fu comunque rieletto, anche se l'opposizione parlò di brogli elettorali. Due tregue ottenute grazie all'aiuto delle Nazioni Unite e un accordo firmato a Mosca alla fine del 1996 non furono sufficienti a mettere fine ai combattimenti. a guerra civile terminò ufficialmente il 27 giugno 1997 con la firma a Mosca di un trattato di pace tra Governo ed opposizione. L'accordo garantì all'UTI (Unione tagika di opposizione) il 30% delle cariche all'interno del Governo, la presenza nell'amministrazione della giustizia e l'amnistia per tutte le persone accusate di crimini di guerra. Nonostante l'accordo le violenze seppur isolate, continuarono. In quattro anni la guerra aveva provocato migliaia di morti, 600.000 profughi all'interno del Paese oltre i 300.000 rifugiati negli Stati confinanti. Aveva distrutto gran parte dell'economia, in un Paese già poverissimo: il cotone, principale prodotto del Tagikistan era sceso nel 1997 al 60% della produzione programmata. Nel 1998 il Governo annunciò l'intenzione di accelerare il programma di privatizzazioni per incoraggiare gli investimenti. Le modifiche alla Costituzione approvate con un referendum nel 1999 contribuirono alla normalizzazione della situazione politica. Nelle elezioni svoltesi nello stesso anno venne rieletto Imomali Rakhmonov, con il 97% dei voti. Il risultato riaccese nel 2000 le violenze e gli sconfinamenti nelle aree di frontiera con l'Uzbekistan e il Kirghizistan, dove operavano bande di ribelli islamici in contrasto con il Governo centrale. Nel corso del 2001 il ministro dell'Interno, Habib Sanginov, e il ministro della Cultura, Abdurakhim, vennero assassinati. Sempre nel 2001, in occasione del decennale dall'indipendenza, fu concessa l'amnistia a 19.000 prigionieri. Dopo gli attentati dell'11 settembre contro le Torri gemelle e il Pentagono, il Tagikistan assunse un ruolo di primo piano nella logistica dell'operazione antiterrorismo «Libertà duratura» lanciata dagli USA a partire dall'Afghanistan. Dusanbe mise a disposizione dell'alleanza angloamericana le sue basi aeree (8 ottobre), ma pose un limite alla sua collaborazione annunciando che non avrebbe consentito il transito di truppe statunitensi sul proprio territorio. LA CAPITALEDusanbe(524.000 ab.). Capitale del Tagikistan, sorge ai piedi della catena dei Monti Gissar al posto di un villaggio agricolo;si chiamò (1929-61) Stalinabad. È il principale nodo di comunicazioni e commerciale del Paese. Ospita attorno al suo centro industrie alimentari, tessili e meccaniche. È anche sede, dal 1948, dell'università del Tagikistan. ![]() Esteri Governo Italia Sportello Viaggiare all'estero Informateci dove siete nel mondo Lista in tempo reale dei terremoti nel mondo dell'Istituto di Geofisica e Vulcanologia I.N.G.V. Guerre nel mondo Understanding War Conoscere le guerre nel Mondo Le crisi e le Guerre nel mondo Bringing Clarity to Crisis Live map around the World Mappe delle crisi di Guerra e le Controversie nel Mondo Crisis Group Le Crisi Internazionali Ispi Istituto per gli Studi di Politica Internazionale News - Cronache da tutto il Mondo News dal Cyberspace Worldwide ... 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